Teste parlanti
Dal GR3 del 27 dicembre 1998 Piero Dorfles intervista Marina Mariani a cura della redazione cultura del giornale radio Piero Dorfles:
“In studio Piero Dorfles. La persona con cui parliamo oggi è Marina Mariani, una poetessa, l’ultimo suo libro si chiama La conversazione, appena uscito da Quasar, con una nota di Michele Gulinucci. Citerò un verso di una poesia che si chiama A Roma verso il Ghetto: "I giovani non conoscono i nomi delle strade che percorrono spavaldi.” M.M.: “Io giro molto per Roma, mi piace andare a spasso. E… evito sempre di domandare i nomi delle strade ai ragazzi perché so che tanto quelli non le sanno. Ho assistito a questa scena: ho visto questo bel giovanotto con un bambino sulle spalle e qualcuno lo ha interpellato e io ho subito pensato "questo non ne ha la più pallida idea" e, infatti, il ragazzo non era assolutamente in grado… Quel punto di Roma, che per me era tanta storia e per lui non lo era… Ma non per colpa sua…Non era assolutamente presente.” P.D.: “E questa è una domanda che ci porta a quello che è la cifra della poesia di M. M. Una poesia che non è mai enfatica, molto lineare, che non usa figure retoriche, è un rifiuto di quello che è l’eredità dell’ermetismo?” M.M.: “Io non sono una letterata, non ho studiato Letteratura. E’ chiaro che Penna, Saba mi sono più vicini di Ungaretti” P.D.: “La sua è una poesia che parla spesso di vita civile, è lì che si deve trovare la trasfigurazione poetica?” M.M.: “Posso dire che per me, è lì che se qualcosa ho trovato… Più di questo non credo di poter dire.. Se non che certamente è stata una cosa molto importante nella mia vita, questo sì, non è stato un incidente, la poesia, assolutamente no.” |